domenica 14 dicembre 2014

E' arrivato "L'arrosticinaro" a Piazza Bologna




Sottotitolo di questo post:
all'arrosticino preferiamo l'antipasto!


Nonostante siano passate circa 11 ore dalla cena, scrivo sorseggiando la mia seconda tisana digestiva (ieri sera avevo anche bevuto un amaro!). Vi assicuro che non é molto piacevole svegliarsi alle 06:30 di mattina con il tartufo ancora in circolo e non é assolutamente accettabile che il tartufo continui a riproporsi tutta la mattina. Ma del resto, lo avevo messo in conto appena il cameriere della nuova sede de "L'arrosticinaro" aveva servito i miei arrosticini "al tartufo". Da un locale che vuole far respirare aria abruzzese ad ogni costo, da una cucina che incorona l'arrosticino come il grande sovrano, mi aspetto che l'arrosticino al tartufo non sia solo il classico spiedino di carne con una spalmata grossolana di crema al tartufo da bruschetta, mi aspetto una carne aromatizzata oppure una grattugiata leggera ma profumata, invece quei grumi di crema me li dovrò ricordare per tutta la domenica. 


Ma torniamo un attimo indietro di qualche giorno. Qualche sera fa, avevo chiamato per sapere se L'arrosticinaro in zona Pietralata fosse aperto e parlando mi hanno detto: "venerdì prossimo apriremo un nuovo punto in zona Piazza Bologna". Allora ho deciso di aspettare per provare il primo locale street food abruzzese di Roma, mi piacciono le nuove aperture! Ieri (sabato) cerco su internet il numero della nuova sede e non solo non lo trovo ma non trovo neanche una traccia di questo nuovo locale, nessun annuncio di apertura, nessuna inaugurazione, nessun aggiornamento del sito web del locale e della pagina facebook...richiamo il numero dell'altra sera e mi confermano che il locale ha aperto: ok, andiamo!

L'arrosticinaro é a Via della Lega lombarda, a pochi passi dalla stazione Tiburtina, in un punto con poco passaggio pedonale; ha preso il posto del Coffee Pot che ora é a via Michele di Lando a due passi da Piazza Bologna. La struttura é bbastanza simile a quella ereditata: unica sala e veranda. Al nostro arrivo solo un tavolo era occupato da adulti e bambini rumorosissimi (lo so, questo può sembrare un commento antipatico ma lo erano davvero!), dopo qualche minuto un altro tavolo é stato occupato da circa sei persone adulte. I menù sono già sul tavolo e una lavagna sottolinea il cacio fritto e le 4 varietà regali di arrosticino: normale, a mano, al tartufo, di fegato.

Il nostro ordine lo prende un ragazzetto assunto proprio quella sera: da una parte mi stupisce positivamente il fatto che non scriva il nostro ordine ma che ricordi tutto, dall'altra questa cosa crea in me un po' di insicurezza, ho paura di non poter avere ripensamenti. Non sa quasi nulla dei piatti quindi ci lanciamo ala scoperta di un po' di tutto...che errore! Prendiamo Antipasto del pastore, bruschetta con ricotta, zafferano e noci, arrosticini di scamorza, "normali", a mano e al tartufo e patatine fritte. Ci vengono servite prima le patatine in un cestello da friggitrice che ci piace nonostante le patatine siano le classiche surgelate che comunque avremmo preferito fossero servite con la carne, poi gli arrosticini di scamorza molto buoni ma che danno il via all'uso del piatto di plastica per servire le pietanze. Aiuto! Poi la bruschetta, buona ma che poteva essere decisamente migliore e poi lui, l'Antipasto! 



Quello che il menù indica per due persone in realtà é già una cena completa per minimo 3 persone. La cassetta comprende: 2 salsiccette dolci, prosciutto di pecora, capocollo, culatello, salame, pecorino stagionato, caciotta al tartufo, uovo e peperoni. Per noi é decisamente lui il re indiscusso del locale, tutto davvero ottimo anche se non siamo stati fortunati visto che l'affettatrice era rotta e i salumi sono stati tagliati a mano, meglio no? No! Visto che lo spessore di alcuni sarà stato di un paio di centimetri.

Eravamo troppo pieni per continuare ma, possiamo andare via da L'arrosticinaro senza aver mangiato gli arrosticini? Eccoli lì, avvolti nella carta stagnola, anche loro stesi sul piatto di plastica (il menù, come il sito web, scrivono: "Arrosticini di pecora e Arrosticini di pecora fatti a mano Originali e unici di Pianella (Pescara). Cotti alla brace nella tipica fornacella e serviti nelle caratteristiche conche di ceramica".  Nessuno sa spiegarci come vengono fatti quelli "a mano", che però sono decisamente più morbidi e gustosi di quelli "normali". li ho trovati troppo poco salati ma poi chi mangiava con me, mi ha fatto notare che una nota all'inizio del menù precisa che non vengono salati abbondantemente proprio per permettere al cliente di scegliere personalmente quanto sale aggiungere ma, allora, perchè non mettere il sale a tavola?

Mezzo litro di vino rosso della casa: sembrava annacquato ma poi ci ha un po' ritronati!


2 Liquori (per digerire!!): Amaro Jannamico e Amaro di Cicco.


P.s. alla fine il ragazzo che prendeva l'ordine senza scrivere ha sbagliato e ci ha portato delle cose non richieste




L'arrosticinaro 
Via della Lega Lombarda 54

Tel. 06/64503377

venerdì 24 ottobre 2014

Le prossime sagre vicino Roma

L'estate ormai é un ricordo lontano ma prima che il freddo ci faccia rintanare sotto coperte e piumoni é d'obbligo un giro delle sagre di Roma e dintorni. Qui ve ne segnaliamo alcune:

Dove: Sambuci    Quando: 25-26 ottobre 2014
Cosa: Festa della Polenta, spuntature e salsiccie






Dove: Cave Quando: 24-25-26 ottobre 2014
Cosa: 80° Sagra della castagna














Dove: Arce   Quando: 8-9 novembre 2014
Cosa: Le cantine di San Martino





Dove: Nerola   Quando: 9 novembre 2014 (in caso di pioggia: 16 novembre 2014)
Cosa: Sagra della polenta nella scifetta
il programma della festa:
http://asscultnerola.wix.com/acnerola

mercoledì 8 ottobre 2014

Delle Provincie: il "Pidocchietto" che non soccombe ai giganti delle multisala



Ha fatto la storia del quartiere Bologna Nomentano e forse del cinema di tutta la città, il cinematografo Delle Provincie.

Cinema d'essai, 350 sediolini non esattamente comodissimi e una programmazione di qualità a costi decisamente contenuti. Rigorosamente monosala, i film arrivano con qualche settimana di ritardo ed è gestito dalla parrocchia alle sue spalle, la S.Ippolito.
Ha accompagnato tutte le fasi della vita di noi nati in questo quartiere, dall'infanzia, con i primi film insieme a mamma e papà la Domenica, fino agli anni dell'università e del lavoro, con la certezza che, anche senza informarti prima sulla programmazione, avresti trovato un film carino a pochi euro e a pochi passi da casa a ristorarti da una giornata di fatiche. E' il rifugio per i vecchietti di zona nei Sabato pomeriggio piovosi e per gli universitari "fuorisede" il mercoledì sera, quando il prezzo cala di un euro (3 invece dei soliti 4). Un tempo i sediolini erano di legno, ora ci sono le poltroncine imbottite, Il bar invece è rimasto sempre lo stesso: apertura solo durante l'intervallo e prezzi popolari.

Il clima all'interno ricorda molto quello delle proiezioni di quartiere in piazza nei primi anni del cinema, quello di un cineforum o, perchè no, quello familiare delle serate piumone&tisana sul divano.

Chiuso il Lunedì e il Martedì.



martedì 26 agosto 2014

Vesper: un locale al posto giusto



Basta, non possiamo più rimandare il nostro commento su quel nuovo locale che, nelle ultime settimane, ci ha dissetati più di una sera. Oggi vi parliamo di Vesper, bar enoteca in zona Piazza Bologna e ne parleremo bene perché dopo la prima serata, ce n’è stata una seconda e poi una terza e poi una quarta e poi… 



Precisamente il Vesper si trova a Piazza Massa Carrara, una piazzetta sita nella parte meno “viva” del quartiere universitario, dove non si ricorda la presenza di locali di particolare fascino e successo. Proprio per questo, quando dal finestrino della macchina abbiamo intravisto tavolini di legno e lavagnetta con menù al posto di quella vecchia-boutique-da-signora-in-cerca-di-un-vestito-per-il-funerale-del-proprio-gatto, non c‘è stato bisogno di dire niente, i nostri occhi hanno brillato. Il locale è piccolino, sono presenti circa 6 tavolini di legno (uno all’esterno) realizzati a mano, un bancone bar e una finestrella che dà sulla strada per chi vuole ordinare qualcosa senza entrare nel locale. Lo spazio é curato in ogni dettaglio dalle piastrelle alle fotografie sui muri, dalle piante sospese alle vecchie vetrine del negozio riempite di cartoni. Dalle lavagne appese a una parete é possibile leggere cosa si può mangiare e bere e i relativi prezzi: taglieri (8-9 euro), crostini (3-9 euro), insalate (8-9 euro), vini in bottiglia o alla mescita (4-5 euro), birre artigianali e cocktails (5 euro). Al nostro arrivo ci è sempre stata offerta pizza scrocchiarella, bruschettine, talvolta frutta fresca e una bella accoglienza da parte dei  due giovani che, dopo una lunga esperienza lavorativa dietro un bancone a Piazza di Spagna, hanno scelto di aprire un posto loro, "Lei" ci dice il ragazzo mentre pesta il nostro Mojito indicando la ragazza dietro il bancone "Lei é la titolare".

Da non perdere assolutamente: i cocktails alla frutta. Il Mojito al cocomero è stato uno dei motivi per i quali siamo tornati più volte al Vesper, per qualcuno forse un pochino troppo dolce ma, é solo questione di gusti. Spumosissima Pina Colada. Delicata la Capiroska alla prugna bianca. E’ possibile ordinare gli stessi cocktail nella variante analcolica.

Non sempre però, saranno disponibili tutti i cocktails alcolici o analcolici che desiderate, questo perchè il Vesper utilizza solo frutta fresca garantendo così un prodotto di qualità difficile da non apprezzare, amerete percepire tutti gli ingredienti della vostra bevanda dimenticando così quei mojito che sembrano spremute di lime o frullati di menta. Nota dolente: il tagliere misto salumi e formaggi abbondante ma, non ci ha entusiasmati.

Noi al Vesper continueremo sicuramente ad andare e vi consigliamo di fare lo stesso, chissà magari ci incontreremo...


Vesper

Piazza Massa Carrara, 5 (zona Piazza Bologna)
0644291541 

Da settembre 2014
12:00 - 24:00
chiuso il lunedì

vesperroma@gmail.com
Pagina Fb

martedì 19 agosto 2014

L'Antica Stabia: provare per credere

Incredibile. Esistono ancora. Quelle bettole piccole, trasandate, dove umanità, follia, parole, Roma bene e Roma male, semplicità, verità e sceneggiata si mescolano e creano incontri e risa.

Dal cilindro di Roma a metà Agosto escono fuori spesso personaggi che di inverno sfuggono, vengono alla luce storie pittoresche, strazianti, comicissime e inquietanti. E forse, solo in questo periodo una pizzeria che nei restanti undici mesi risulterebbe solo malmessa, piccola, ottima ma cara e cafona può invece diventare il palcoscenico di incontri surreali. Parliamo dell'Antica Stabia, pizzeria (e basta, nel senso che come per le più antiche pizzerie napoletane, si preparano soltanto pochi tipi di pizza, i più classici) la cui gestione è interamente nelle mani de Il Maestro, come tutti lo chiamano, don Rafe' di Castellammare di Stabia. Lui impasta, lui condisce, lui inforna, lui sforna e tu vai a prenderti la pizza al bancone. Una ventina di posti a sedere o poco più, su Via Tiburtina, e una pizza davvero napoletana: pasta morbida ma non gommosa, non salata anzi,volutamente impastata senza sale perchè O Maest' vuole che risaltino i sapori da sè. Pomodoro La Torrente, pomodorini del Vesuvio, bufale campane e alici di Cetara (della prima pescata di Maggio, dice don Rafe'!), olive e salame piccante sono gli ingredienti che vanno a compore qualche variante di margherita, un paio di varianti sul tema diavola (ottimo il Ripieno), un calzone e circa un paio di altre tipologie. Ci spiega Rafe' che l'impasto, unito alla pasta madre, lievita non più di 16 ore in casse di legno, che non prevede aggiunta di zucchero e di grassi e che la farina viene preparata solo per lui da un mulino del basso Lazio. E poi ci racconta tanti altri segreti della sua arte che non posso riportare.
Vorrei davvero essere capace di descrivervi gli arredi, ma credo che valga la pena vederli con i propri occhi: soffitti malmessi rattoppati con immagini di madonne e santini, una scritta in led che scorre sgrammaticata e lunghissima su una parete e ricorda ossessivamente che Il Maestro non segue le mode ma soltanto la tradizione, un frigo dal quale accingere autonomamente birre e bottiglioni di digestivi fatti in casa.
Insieme a noi, studenti, professionisti, mattarelli, suonatori, padri e figli, una coppietta e le vite liquide della Tiburtina che scorrono fuori.
La pizza è forse la migliore di Roma, ma non vorrei esagerare. E' carissima, questo sì. Ma è da subito evidente che quello che paghi, oltre alla pizza, è tutto il resto.
Avete tempo fino a Febbraio, poi Rafe' dovrà lasciare quel locale e ancora non sa cosa farà.


Via Tiburtina 613

Tel. 06 43598610

martedì 1 luglio 2014

Enoteca Cul De Sac: che fiasco!

Pretenzioso, affollato, servizio scortese e arrogante, un sottofondo di stoviglie sbattute, una disposizione dei tavolini asfissiante, insomma non ci è chiaro a cosa sia dovuta la fama di questo posto. Se Pasquino parlasse, direbbe: "Bocciato!" e siccome qui scriviamo di quello che ci piace di Roma, non recensiremo oltre.
Per i curiosi, comunque Cul De Sac.

Aromaticus: l'orto a Monti


Rione Monti, lo sappiamo, è una tra le zone più belle di Roma. Ricca di botteghe d'altri tempi e di artigiani dell'ultima ora, é il luogo ideale dove andare a passeggiare in un bel pomeriggio di sole e restare, poi, per la cena e per il dopo cena. A Monti, di locali ce ne sono tanti, alcuni buoni, belli, semplici e originali, altri meno, decisamente meno. Noi eravamo venuti a conoscenza di un posticino dove andare per la colazione o per l'aperitivo o addirittura per fare qualche regalo. Così il 24 dicembre scorso decidiamo di andare, sperando di trovarlo aperto e di riuscire a fare gli ultimi regali... ma niente, sbagliamo orario! Siamo tornati allora, qualche settimana fa, con il desiderio di provare l'aperitivo, dicendoci: "Dai, non prendiamo la macchina, andiamo con i mezzi" -così da espiare un po' la colpa della dieta dimenticata- ma, una volta usciti dalla fermata della Metro Cavour, abbastanza vicina al locale, il diluvio ci ha travolti e il nostro posto dei desideri, ancora una volta, era chiuso! (La pioggia battente ci ha "costretti" a ripararci in un altro posto del quale vi parleremo un'altra volta...)

"Basta, la prossima volta, chiamiamo prima di venire!"


Telefoniamo e torniamo qualche giorno dopo. Finalmente quel cancelletto é aperto! Finalmente siamo i benvenuti da AROMATICUS!


Il locale é diviso in due parti, appena entrati sembra di stare in in un piccolo orto: a sinistra si stende una vetrina di piantine aromatiche, a destra il necessario per il giardinaggio e idee regalo originali come il kit per fare il formaggio. Nel secondo spazio si trova qualche tavolino in legno con gli sgabelli alti, realizzati dagli stessi proprietari. Ci accomodiamo e scegliamo con un po' di fatica cosa mangiare: vino bianco (e poi anche rosso) di Marino, unica scelta possibile per quanto riguarda i vini e diversi assaggi degli aperitivi. Noi eravamo in 4 e abbiamo confuso non poco il titolare livornese con domande, richieste particolari delle persone vegetariane e indecisioni ma lui ha saputo sopportarci, consigliarci e stare alle nostre chiacchiere e risate; menomale che il proprietario si è dimostrato molto gentile e disponibile perchè devo dire che il menù non era molto chiaro relativamente all'aperitivo e avremmo perso almeno altre 5 ore per decidere cosa mangiare. Il vino non era niente di che, il bianco sicuramente migliore del rosso ma comunque non un vino da ricordare. Ma, il cibo, il cibo era incredibile, piacere dei sensi, un'esperienza indescrivibile! 

Tra le cose che abbiamo mangiato: 
Passata di ceci con Guanciale croccante, pomodori essiccati al sole e chips di pane carasau
JackedPotato con formaggio caprino
Caprese di patate e mozzarella di bufala con olio e sale (il piatto vincitore secondo alcune delle persone che erano con me)
Tartare di Fassona piemontese, presidio Slow Food "la Granda" condita all'Aromaticus.

Mangiando e chiacchierando, il proprietario ha anche tardato la chiusura a causa nostra ma, nonostante questo, non ci ha invitati ad andare via con parole o sguardi cagneschi. Certo é che la chiusura alle 21.30 limita un po' le possibilità di frequentare spesso questo posto.

Assolutamente da provare, gustare, odorare...

Aromaticus
via Urbana, 134 (Rione Monti)


Lunedì: chiuso
Martedì - Domenica: 11:00 - 21:30
Pagina Fb
Sito web
Telefono (a noi è servito!): 06 488 1355

venerdì 16 maggio 2014

La Portineria: benvenuto, croissant!


La Primavera a Roma quest'anno tarda ad arrivare, è vero. Nonostante ciò, il mio stato psico fisico dalle vacanze pasquali è rimasto immotivatamente e irresponsabilmente placido e sonnecchiante e ciò mi porta, anziché a produrre azioni utili alla sopravvivenza della società e di me stessa, a concedermi pause e lenti risvegli, come in un 1 Maggio senza fine. La colazione a La Portineria rientra in questo strascico vacanziero.


Siamo in Via Reggio Emilia, zona Porta Pia. La Portineria è soprattutto una pasticceria, un laboratorio di pasticceria, ma è anche caffè corposi e cappuccini schiumosi al punto giusto, focacce salate e piatti caldi e freddi. A dire il vero, i creatori Ciro Caldieri (food designer), Gian Luca Forino (anima della pasticceria, campione del mondo di pasticceria juniores), Teresa Matteucci (food manager), Veronica Tamburella e Daniele Diamanti (interior designers) amano definire La Portineria "un format food"... che vor di'? Noi non lo sappiamo, sappiamo solo che i croissant alla francese sono finalmente sbarcati a Roma, burrosi, grandi, che sono farciti di una crema "ciccionissima" gialla che rasenta la perfezione, che la caprese allo stecco è soffice ed equilibrata (comunque non al livello della caprese di Lucarelli in Via Stamira!), che ci piace la disposizione simmetrica ed elegante dei dolci lungo il bancone (praline, eclairs, minicake, crostate, capresi, cioccolate, croissant, lieviti all'italiana, pane al cioccolata, etc...), che ci siamo meravigliati come bambini davanti ai cioccolatini con le forme più disparate, che abbiamo sbirciato con curiosità e piacere i pasticceri all'opera nel laboratorio a vista.
Una porticina su Via Reggio Emilia, qualche scalino in discesa, poi la sala: arredi di recupero (decisamente già visto a Roma, però niente male i seggiolini e i lampadari ricavati da utensileria di cucina e l'utilizzo di porte di diverse forme e colori per arredare le pareti), tavoli di legno, poltroncine vintage, un lungo bancone, infine uno spazio nel quale affacciano il laboratorio di pasticceria, la cucina dei salati e l'ufficio dei proprietari. Bocciatissime le decorazioni floreali, così come la radio a volume alto e le magliette auto celebrative dei camerieri.

La Portineria
Via Reg­gio Emilia, 22/24 Roma
Tel.06 9521 8864
laportineria.it

martedì 6 maggio 2014

Guarda come... Dondolo a Città Giardino

Vi avevamo annunciato, circa tre mesi fa, che un nuovo locale stava per alzare la saracinesca ed oggi siamo felici di presentarvi Dondolo! Dondolo nasce dall'idea di due (belle e brave) ragazze, Ferderica Tiddi e Livia Guccerelli, chef. Noi lo conosciamo dal giorno dell'inaugurazione ma abbiamo approfondito la conoscenza più di una volta: a pranzo, a cena, dopo cena, a metà mattina... insomma non smettiamo più di dondolare!

La prima parola che mi viene in mente pensando a questo nuovo locale in zona Città Giardino é relax. Dondolo é uno di quei posti che permette di rilassarsi anche in una fugace pausa pranzo, quando i nervi sono a fior di pelle. Noi abbiamo amato mangiare nell'atrio all'aperto del locale, dove si trovano dei particolari e divertenti tavoli lavagna sui quali scarabocchiare in attesa che arrivi la vostra ordinazione (finalmente un uso diverso e simpatico della vernice lavagna!). Nell'atrio si trova anche il bellissimo dondolo che dà il nome al locale e sul quale, per noi, é quasi d'obbligo fumare una sigaretta dopo mangiato. Anche l'interno del locale é molto carino e curato, stupenda l'idea di scattare una foto ad una vera e propria montagna di oggetti, stamparla su carta da parati e decorare con questa una parete del locale.
Ma passiamo al cibo: la cucina é angolassone, rivisitata secondo la tradizione italiana. Il meù prevede cibi "veloci" e buoni da mangiare a colazione come a cena. Ottimi i bagel, panini bucati (buonissimo il pane preparato dallo chef!) farciti con abbinamenti ricercati ma azzeccati come prosciutto crudo, avocado, pesto, pomodoro e rucola (bagel Quando, 5 euro) o caprino, pomodorino confit, spinaci saltati e salsa di olive nere (bagel Dove, 4.50 euro)... noi abbiamo provato praticamente tutti i bagel presenti nel menù (quando, dove, come, quanto, perchè, chissà); sono tutti buonissimi ma il nostro preferito è il Chissà, con spalla di maiale. Visto che ormai avete capito che di Dondolo siamo ghiotti, non vi nascondiamo anche gli altri pezzi forti del menù che abbiamo mangiato per puro spirito di sacrificio nei confronti dei nostri lettori:

-uova alla Benedict, due uova in camicia con salsa olandese servite su english muffin (focaccine salate) e accompaganto da un ingrediente a scelta tra bacon, cotto, salmone o spinaci

- i Girasoli, specialità australiana gluten free, che consiste in frittelle di mais con bacon croccate, salsa di avocado, marmellata di pomodori e rucola

- le insalate, servite in barattoli di vetro da conserva. In particolare ho provato l'insalata con pere, miele e bacon. Bella e buona!

-le patatine a sfoglia, servite anche queste nei barattoli di vetro

-i dolci: dai pancakes al banana bread, passando per lo yogurt con muesli e avena tostati al forno con miele e frutta secca... impossibile uscire da Dondolo senza mangiare il dolce e vivere senza rimpianti.

L'atmofera é piacevole, senza musica o radio a tutto volume ad occupare i silenzi dei clienti. Incredibilmente da Dondolo le persone comunicano!
Il servizio é alla mano, i camerieri sono giovani e gentili senza essere cafoni, altra rarità visto che altrove sembra che i camerieri giovani che servono clienti giovani debbano essere, per forza di cose, trasandati e maleducati, ma, questa, é un'altra storia...


Dondolo
via Cimone 129/131 (zona Città Giardino)

lunedì chiuso
mart-merc: 12.00-18.00
giov-ven: 12.00-01.00
sabato: 10.00-01.00
domenica: 10.00-16.00


Contatti:
Pagina Fb
e-mail: info@dondoloroma.it

venerdì 2 maggio 2014

FarinaRé: mangiare bene alle porte di Roma

E' vero, da qualche tempo su Facebook promettiamo di scrivere di un sacco di posti, pubblichiamo foto e poi invece spariamo per un pò. Oggi però ci portiamo avanti col lavoro: scriviamo di FarinaRè, un ristorante pizzeria, decisamente fuori dai circuiti radical della capitale, nascosto trai palazzoni del nuovo quartiere Porta di Roma, tra Fidene, Settebagni, Vigne Nuove e Bufalotta. In effetti, trovarlo è stato un'impresa: eravamo partiti con l'idea di provare l'amatriciana e la cacio e pepe da I Ghiottoni, un'istituzione a Colle Salario, lo abbiamo trovato chiuso e quindi ho proposto di provare il non lontano FarinaRè, visto che amici fidati me ne avevano parlato qualche mese fa. Dunque, inizia il nostro tour tra le strade dei quartieri limitrofi: abbiamo girato Fidene in lungo e in largo, chiesto indicazioni a chiunque, scandagliato Colle Salario e attraversato più volte "lo stradone" (il viadotto Gronchi). Questo per dire che se non si conosce la zona, non è semplice da scovare, anche perchè, una volta raggiunta Via Carmelo Bene, poi bisogna tenere gli occhi ben aperti per avvistare FarinaRé tra i palazzoni che lo sovrastano: è situato, infatti, sotto i portici dei nuovi palazzi.
Il viaggio però è ben ripagato dalla cena. Menù ampio (carne , pesce, pizza e svizi vari) piatti buoni, belli e notevolmente abbondanti, prezzi popolari.
Io ho scelto la  pizza cicoria e guanciale e le sfoglie di patata cacio e pepe con riduzione di aceto balsamico. La pizza direi niente male: bassa (ai romani piace chiamarla "romana"), leggera, guanciale vero e cicoria ben cucinata, le dimensioni forse eccessive (si mangerebbe tranquillamente in due!). Le patatine fantastiche, anche queste in quantità spropositata (ormai è una sorpresa, visto che solitamente si servono porzioni micragnose a prezzi salatissimi).
I miei commensali hanno invece ordinato pollo al curry e mele e una porzione (anche questa, almeno da due persone!) di patatine con la buccia. Il pollo, buono, viene servito con fili di pasta fritta a mo' di "shangai" sulla carne. Anche le bucce di patata decisamente promosse e, anche in questo caso, porzione gigante.
Il pane viene portato nei sacchetti di carta marrone che fanno molto alimentari sotto casa, carino ma già visto.
L'occhio da FarinaRé ha la sua parte: le pietanze vengono impiattate (oh no, avevo deciso di non usare mai questa parola, invece ci sono cascata anche io) con fantasia e gusto e i primi serviti nelle padellone nei quali vengono cucinati. 
Unica pecca é il locale: sia per la posizione, come scrivevamo su, sia per gli interni.
Da provare comunque, in particolare in una serata compagnona tra amici.

Farina Re
0687071829

Via Carmelo Bene 253, 00139 Roma, Italia

martedì 8 aprile 2014

Saporiti, un posticino a Città Giardino

Eccoci qua a raccontarvi qualcosa della foto che avevamo pubblicato sulla nostra pagina Facebook qualche tempo fa. Sono passate quasi due settimane ma riesco ancora a sentire il profumo del thè alla menta che ho gustato...

Non voglio definirilo un "locale", perché forse non renderei onore alla sensazione di calore accogliente che si prova una volta varcata la porta d'ingresso. "Saporiti" più che un locale é un posticino, é uno di quei luoghi che mi fa commuovere. Lo so, può sembrare esagerato ma é come se in quello spazio mi indentificassi, in quella piccola sala si materializza tutto ciò che mi piace. "Saporiti" si nasconde tra le vie di Città Giardino, un quartiere che sta vedendo la nascita di piccoli locali di qualità (vi avevamo annunciato l'inaugurazione di "Dondolo" e presto vi racconteremo anche di questo nuovo colpo di fulmine!); é una sala da thè, una vineria biologica e libreria. La sala sembra il salotto anni 70 della nonna e le bellissime poltroncine, come i vari tavoli e mobili che arredano il locale, sono in vendita. Bella e fornita la parete libreria, con libri per i piccoli e per i grandi.

Noi non siamo degli esperti di thè ma quelli che abbiamo bevuto erano davvero buoni e serviti in delle vecchie tazze. Molto simpatico anche lo zucchero di canna presentato sotto forma di cristalli e difficilissimo da trovare a Roma; loro infatti sembra si riforniscano da un'azienda fiorentina. E poi, i prezzi... provate ad andare al bar sotto casa a prendere un thè; non solo vi porteranno una piccolissima tazza con una bustina di thè del supermercato ma il prezzo sicuramente sarà maggiore di quello che propone "Saporiti". Solo Euro 2.50 per bere 2 tazze ( viene portata al tavolo la teiera piena d'acqua che vi permetterà di fare il bis) di un thé buono e ricercato in un posto che farete fatica a credere che esista davvero. I thè e i preparati per gli infusi, possono essere anche acquistati al peso.

Pagina Fb: Saporiti
Orari: lun-merc 9-13 e 16-20;  gio-sab 9-13 e 16-24;  domenica chiuso!

sabato 22 marzo 2014

Capolea: il gelato che non ti aspetti



In un bar piccolino e "anonimo", nascosto tra i palazzi Federici, nei pressi di V.le XXI Aprile, senza tavolini fuori, solo una panchinetta, sconosciuto ai più se non a chi vive in zona da decenni, in un'atmosfera retrò, fanno un gelato ottimo: si tratta del bar Capolea, un bar di quartiere come tanti, che non figura nelle più popolari top ten delle gelaterie romane, non ne sentirete parlare nei circuiti più in voga al momento.

Il gelato è servito nei pozzetti, quelli di cui si vede solo il coperchio e il gelataio per prendere il gelato deve infilare il braccio dentro, per intenderci.

Pochi gusti, una crema ottima, così come anche quelli alla frutta e una signora panna, vera, che non sa di preconfezionato, che si mette sul gelato con la paletta.

Se passate da quelle parti, concedetevi una pausa qui, senza lasciarvi inibire dalle apparenze.




Capolea
1, Piazza Gnoli Domenico, Roma

venerdì 21 marzo 2014

Farinè: la pizza buona di pasta madre

Ieri sera un'amica mi ha portato da Farinè, a Via degli Aurunci, a San Lorenzo.

E' una pizzeria aperta da poco, che propone pochi tipi di pizza, pochi ma buoni: i grandi classici della tradizione, qualche innovazione (come la Pastorale -patate, cipolle, pecorino romano e maggiorana- e la Silvestre -cime di rapa, provola silana affumicata, aglio e peperoncino- le due che abbiamo mangiato noi) e le novità della settimana (per questa, pizza con cavolo cappuccio, stufato con grani di pepe nero e pesce spada affumicato e un calzone aperto con ricotta, mortadella e pistacchi). 


Le pizze sono servite su carta alimentare in tre formati, small (20 centimetri di diametro), regular (30 cm) e large (40 cm). Ciò permette, qualora si scegliesse il formato piccolo, di assaggiare più gusti senza depredare il portafogli. Sì, perchè sono leggeri anche i prezzi da farinè, non solo l'impasto. Appunto, l'impasto: la pasta è leggera, digeribile, morbida e fragrante al contempo, perchè l'impasto viene fatto lievitare molto a lungo. Si utilizzano materie prime selezionate e si sente.



Vi assicuro che sulla pizza generalmente non faccio sconti e più ne mangio, più mi convinco che a Roma sia difficile trovare chi la sappia fare (preciso di essere devota alla pizza napoletana e la bassa romana per me è una profanazione). Per fortuna a volte vengo smentita, ieri è stata una di queste volte.


Non male neppure i dolci e le birre. Buona la scelta dei vini.
Pizza anche da asporto.

Farinè la pizza
Via degli Aurunci, 6/8 00185 Roma
064451162
email: farinelapizza@libero.it
facebook: Farinè

Apre la sera alle 19 e sfornano la pizza fino a mezzanotte (venerdì, sabato e prefestivi fino all'una).
Chiusi il Lunedì.

lunedì 17 marzo 2014

Sine sole sileo



"Senza sole taccio".


I Parioli sono il quartiere "bene" di Roma da sempre e, probabilmente, per sempre.








Ci sono i Parioli trafficati e rumorosi e quelli silenziosi, in fiore, dove é obbligatorio passeggiare solo per il gusto di passeggiare.

In una di queste passeggiate abbiamo scoperto, percorrendo viale Bruno Buozzi e girando a sinistra per via delle Tre Madonne, una traversina che sembra essere di altri luoghi e di altri tempi.

Si chiame via dei Tre Orologi, per via delle meridiane presenti e, proprio la meridiana all'ingresso della strada, sembra la porta d'accesso a un piccolo segreto che Roma svela solo a chi sa godere del tempo. Non c'è molto da vedere o da fare, c'é semplicemente la bellezza di case e silenzi che fanno crescere la voglia semplicemente di stare, là, fermi, seduti a terra a godersi il tempo.

mercoledì 26 febbraio 2014

Due elefanti si...

... dondolavano sopra il filo... Dondolo: aspettiamo con curiosità, piacere e con l'acquolina in bocca, l'apertura di questo locale, figlio dell'amicizia di due donne appassionate e competenti. Unico a Roma nel genere, vi scriveremo di Dondolo subito dopo l'inaugurazione!

martedì 11 febbraio 2014

Le Med- cousine de bar



La zona Piazza Bologna-Università Sapienza é ricca di bar (molti siciliani) ma nessuno veramente carino.


C'é quello sotto casa dove vai a comprare il latte, il Meeting a Piazza Bologna che ospita ogni giorno la folla di studenti fuorisede, quello che fa i dolcetti buoni a viale Ippocrate ma ti puoi sedere solo un trespolo, Mizzica dove altre persone si poggiano sulla tua spalla come gufi in attesa che liberi il posto...insomma darsi un appuntamento per prendere un caffè in santa pace e allo stesso tempo in un posto piacevole é davvero difficile! Noi ci abbiamo provato e alla fine lo abbiamo scoperto, per puro caso, un posto dove andare... si chiama "Le Med" e si trova vicino villa Torlonia, nella parte meno caotica e più verde del quartiere.


Da un bar dell'albergo a un ristorante ricercato, l'identità di "Le Med" non é molto chiara. Gli interni sono spesso arricchiti da quadri o fotografie in esposizione oltre alle ormai onnipresenti lavagne che mostrano il menù del giorno. I piatti del menù prendono spunto dalla tradizione mediterranea (Le Med come Mediterraneo, sinonimo di Mare Nostrum), trasformati in piatti ricercati ed elaborati. Belle le presentazioni e buono il cibo anche se, 12-14 euro per un primo mi sembra ancora un prezzo precoce da presentare in questo bistrot. A pranzo però é possibile anche spendere solo 10 euro scegliendo il menù fisso
A noi piace tanto andare a prendere in caffè a "Le Med" perché ha un piacevolissimo dehors; riparato, silenzioso, niente a che fare con tutti gli altri locali del quartiere. 

Organizzano anche aperitivi a buffet e serate con musica dal vivo, inolte sembra che facciano dei cockatails molto particolare ma che noi non abbiamo avuto ancora il piacere di assaggiare.


Un posto dove andare in questi giorni per godere del sole del cibo buono.




Le Med, cousine de bar
Lunedì - Domenica: 7:00 - 23:00
Tel. 06 8881 6999
Facebook
sito web



venerdì 31 gennaio 2014

Non solo cibo: Villa Torlonia e la Casina delle Civette

Un luogo di pace, fuori moda, fuori tempo, non radical, non popolare, non dispersiva come Villa Borghese, non saccheggiata da orde di adolescenti come Villa Ada, elegante, silenziosa, ricca di storia e di storie nella storia: Villa Torlonia.

Ok, ok, sono di parte: siamo cresciuti all'ombra dei suoi pini, abbiamo passato l'infanzia scendendo da soli di casa con un pallone, certi che avremmo incontrato gli stessi amichetti del giorno prima per comporre le squadre col classico "bimbumbalegiù!", trascorrevamo lì le migliori Domeniche di sole, con papà che leggeva il giornale su una panchina, il venditore di palloncini all'elio carissimi, il carretto delle fusaje, a correre sulle sue collinette fingendo di essere arditi esploratori, ad arrampicarci e a camminare in bilico sul tronco dal lato di Via Nomentana, a giocare a calcio nel galoppatoio e a chiederci cosa ci fosse in quelle costruzione chiuse, in ristrutturazione dalla notte dei tempi... "lo sai che ci sono le streghe dentro?", "lo sai che la cugina di un'amica del figlio del mio salumiere ha provato ad entrare ed è stata risucchiata dalle sabbie mobili?". Ora che siamo grandi lo abbiamo scoperto cosa c'era: www.museivillatorlonia.it. Il Casino Nobile, il Casino dei Principi, il Teatro di Corte, la Serra Moresca e la Casina delle Civette. Pochi giorni fa, in una mattinata di sole e di pausa dal lavoro, finalmente, per la prima volta ho visitato la Casina delle Civette. Un luogo di arte, di silenzio, una nicchia di eleganza e di colori. Ovvio, non siamo ai livelli della grande bellezza dei più noti luoghi d'arte romani, ma vi assicuro che se siete nei paraggi e avete voglia di staccare un pò dal rumore e dal traffico ossessivo e svilente della città, non ve ne pentirete.


la casina delle civette

giovedì 30 gennaio 2014

Un pranzo davvero romano all' Hostaria Edmondo

Questa volta il panzo "fuori" non era in programma; eravamo in zona Olimpico per altri motivi, che ci avrebbero dovuto portare a scegliere di pranzare solo con una mela, invece ci siamo ritrovati a scegliere -lo ammettiamo- fra il fast food o altro...

"Io conosco una trattoria qua vicino molto buona", qualche attimo di riflessione, e poi "ok, trattoria!". Alla fine -fotunatamente- ha vinto "Edmondo" il nostro altro. Lasciamo la macchina in doppia fila (trovare un parcheggio non é affatto facile!) ed entriamo in quello che da fuori sembra un posto dove sei già stato, la classica osteria di Roma con tendone bianco e porta di legno...niente di sfavillante ma qualcosa di tradizionale che speri non venga tradito dai piatti. Piacevole é la scoperta di un posto piccolo, un'unica sala, con circa 15 tavolini (forse quando sono al completo però rischia di diventare un po' caotico), cucina quasi totalmente a vista. La gentile e preparata (finalmente! Sembrava una specie estinta) cameriera ci elenca i piatti del giorno e i classici del menù e della tradizione romana: dalla trippa al carciofo, dalla carbonara all'osso buco, vorresti assaggiare tutto. 
Noi scegliamo la polenta con sugo di spuntature e l'abbacchio al forno con patate. La polenta era buona, morbida (forse un pochino troppo?) e saporita (sconsigliato scegliere di spolverarla di pecorino, altrimenti lo diventa troppo), l'abbacchio era s-p-e-t-t-a-c-o-l-a-r-e, tenerissimo e ben condito, non troppo saporito e si sposava alla perfezione con le patate invece un po' più salate. Quartino di vino rosso della casa -spero sempre che a casa bevano del buon vino- niente di che ma neanche imbevibile come in altri ristoranti, acqua, 2 Caffé. Conto: 25 Euro. Possiamo dire che il pranzo non ha tradito affatto le aspettative, le ha superate.

Hostaria Edmondo
Lun - Saba pranzo 12.45 - 15.00, a cena 19.45 - 23.30

Telefono: 06/3701272
sito web
pagina fb

sabato 18 gennaio 2014

Rosti: colazioni del mondo al Pigneto



Rosti lo abbiamo scoperto una sera per caso passeggiando al Pigneto, abbiamo sbirciato dentro il cancello: molti tavoli all'aperto in uno spazio molto grande, sedie colorate, poche persone forse un paio di famiglie in tutto -bambini inclusi- alberi, fili di lucine e un aspetto affascinante, di quelli che un po' mettono in soggezione, che fa venire il dubbio "ma si potrà entrare?". 

Noi quella sera non siamo entrati ma nel giro di pochi giorni, siamo tornati lì tre volte. Rosti è figlio dello chef Marco Gallotta e di Massimo Terzulli, soci e già padri di Primo; il progetto strutturale e di arredo é di Roberto Liorni, archittetto che ha contribuito alla fortuna di molti locali a Roma. Quando si arriva da Rosti sembra domenica, anche di mercoledì; lo spazio interno è diviso in tre ambienti: le due sale laterali hanno solo tavoli sociali da 20 coperti ognuno (se volete una cenetta a lume di candela é meglio evitare!) e la sala centrale di Rosti "è la vera officina della cottura, il trionfo degli arrosti, dei lieviti, della griglia, del forno a legna per la pizza romana, del lungo banco bar, basso e centrale con un piano unico in marmo bardiglio, ma soprattutto del gigantesco Giro". Noi abbiamo sempre mangiato all'esterno anche quando le temperature erano piuttosto basse, abbiamo preferito mangiare in veranda perché é un piacere ormai raro da provare a Roma, quello di mangiare in un ristorante che non abbia i tavolini esterni sul ciglio della strada ma in un vero e proprio giardino. Lo spazio esterno è molto grande con circa 200 coperti e ricorda proprio i giardinetti dove andavamo a giocare da bambini o quelli che ora si trovano solo in certi paesini: le sedie colorate, l'orto dove crescono le insalate e le erbe aromatiche, l'area giochi per i più piccoli. Aria di domenica, di giorno di festa, di pausa, di riposo. Questo clima domenicale é possibile anche grazie alla sceltà del menù. Dalle 9.00 di mattina in poi si può scelgliere di prendere solo un caffè e un cornetto (buonissimo!), oppure godere delle fantastiche colazioni geografiche: italiana, iberica, inglese o nord europea.  

La cucina é sempre aperta e anche se ti sei svegliato a mezzogiorno e vuoi fare colazione, qui puoi! Ovviamente non finisce con le colazioni l'offerta di Rosti: dal brunch, all'aperitivo, dalla pizza romana ai rosti di patate, dallo yougurt all'hamburger, tutto quello che mangiate è di qualità: prodotti coltivati direttamente nell'orto del locale o acquistati da piccoli produttori di fiducia (noi abbiamo visto personalmente arrivare delle cassette dell'Agriturismo Iacchelli di Velletri). 
Note dolenti -perchè se non ci fossero non sarebbe reale-:
  • il servizio! Che noia dire questa cosa, mi fa sempre un po' "rosicare"quando c'è un posto che mi colpisce, mi piace, mangio bene ma il servizio mi toglie un po' quell'incanto che si era creato. Non ho grandi pretese, mi piacerebbe solo che almeno uno dei camerieri conosca i piatti presenti nel menù, senza dover andare a chiedere allo chef, soprattutto quando stiamo parlando di un'insalata!



  • differenze di quantità di cibo nei piatti da un giorno all'altro. Ho visto nel giro di pochi giorni ridursi non di poco la quantità di cibo nel piatto della colazione inglese, spero sia stato un caso eccezionale. 


Rosti

sito web

fb