venerdì 31 gennaio 2014

Non solo cibo: Villa Torlonia e la Casina delle Civette

Un luogo di pace, fuori moda, fuori tempo, non radical, non popolare, non dispersiva come Villa Borghese, non saccheggiata da orde di adolescenti come Villa Ada, elegante, silenziosa, ricca di storia e di storie nella storia: Villa Torlonia.

Ok, ok, sono di parte: siamo cresciuti all'ombra dei suoi pini, abbiamo passato l'infanzia scendendo da soli di casa con un pallone, certi che avremmo incontrato gli stessi amichetti del giorno prima per comporre le squadre col classico "bimbumbalegiù!", trascorrevamo lì le migliori Domeniche di sole, con papà che leggeva il giornale su una panchina, il venditore di palloncini all'elio carissimi, il carretto delle fusaje, a correre sulle sue collinette fingendo di essere arditi esploratori, ad arrampicarci e a camminare in bilico sul tronco dal lato di Via Nomentana, a giocare a calcio nel galoppatoio e a chiederci cosa ci fosse in quelle costruzione chiuse, in ristrutturazione dalla notte dei tempi... "lo sai che ci sono le streghe dentro?", "lo sai che la cugina di un'amica del figlio del mio salumiere ha provato ad entrare ed è stata risucchiata dalle sabbie mobili?". Ora che siamo grandi lo abbiamo scoperto cosa c'era: www.museivillatorlonia.it. Il Casino Nobile, il Casino dei Principi, il Teatro di Corte, la Serra Moresca e la Casina delle Civette. Pochi giorni fa, in una mattinata di sole e di pausa dal lavoro, finalmente, per la prima volta ho visitato la Casina delle Civette. Un luogo di arte, di silenzio, una nicchia di eleganza e di colori. Ovvio, non siamo ai livelli della grande bellezza dei più noti luoghi d'arte romani, ma vi assicuro che se siete nei paraggi e avete voglia di staccare un pò dal rumore e dal traffico ossessivo e svilente della città, non ve ne pentirete.


la casina delle civette

giovedì 30 gennaio 2014

Un pranzo davvero romano all' Hostaria Edmondo

Questa volta il panzo "fuori" non era in programma; eravamo in zona Olimpico per altri motivi, che ci avrebbero dovuto portare a scegliere di pranzare solo con una mela, invece ci siamo ritrovati a scegliere -lo ammettiamo- fra il fast food o altro...

"Io conosco una trattoria qua vicino molto buona", qualche attimo di riflessione, e poi "ok, trattoria!". Alla fine -fotunatamente- ha vinto "Edmondo" il nostro altro. Lasciamo la macchina in doppia fila (trovare un parcheggio non é affatto facile!) ed entriamo in quello che da fuori sembra un posto dove sei già stato, la classica osteria di Roma con tendone bianco e porta di legno...niente di sfavillante ma qualcosa di tradizionale che speri non venga tradito dai piatti. Piacevole é la scoperta di un posto piccolo, un'unica sala, con circa 15 tavolini (forse quando sono al completo però rischia di diventare un po' caotico), cucina quasi totalmente a vista. La gentile e preparata (finalmente! Sembrava una specie estinta) cameriera ci elenca i piatti del giorno e i classici del menù e della tradizione romana: dalla trippa al carciofo, dalla carbonara all'osso buco, vorresti assaggiare tutto. 
Noi scegliamo la polenta con sugo di spuntature e l'abbacchio al forno con patate. La polenta era buona, morbida (forse un pochino troppo?) e saporita (sconsigliato scegliere di spolverarla di pecorino, altrimenti lo diventa troppo), l'abbacchio era s-p-e-t-t-a-c-o-l-a-r-e, tenerissimo e ben condito, non troppo saporito e si sposava alla perfezione con le patate invece un po' più salate. Quartino di vino rosso della casa -spero sempre che a casa bevano del buon vino- niente di che ma neanche imbevibile come in altri ristoranti, acqua, 2 Caffé. Conto: 25 Euro. Possiamo dire che il pranzo non ha tradito affatto le aspettative, le ha superate.

Hostaria Edmondo
Lun - Saba pranzo 12.45 - 15.00, a cena 19.45 - 23.30

Telefono: 06/3701272
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sabato 18 gennaio 2014

Rosti: colazioni del mondo al Pigneto



Rosti lo abbiamo scoperto una sera per caso passeggiando al Pigneto, abbiamo sbirciato dentro il cancello: molti tavoli all'aperto in uno spazio molto grande, sedie colorate, poche persone forse un paio di famiglie in tutto -bambini inclusi- alberi, fili di lucine e un aspetto affascinante, di quelli che un po' mettono in soggezione, che fa venire il dubbio "ma si potrà entrare?". 

Noi quella sera non siamo entrati ma nel giro di pochi giorni, siamo tornati lì tre volte. Rosti è figlio dello chef Marco Gallotta e di Massimo Terzulli, soci e già padri di Primo; il progetto strutturale e di arredo é di Roberto Liorni, archittetto che ha contribuito alla fortuna di molti locali a Roma. Quando si arriva da Rosti sembra domenica, anche di mercoledì; lo spazio interno è diviso in tre ambienti: le due sale laterali hanno solo tavoli sociali da 20 coperti ognuno (se volete una cenetta a lume di candela é meglio evitare!) e la sala centrale di Rosti "è la vera officina della cottura, il trionfo degli arrosti, dei lieviti, della griglia, del forno a legna per la pizza romana, del lungo banco bar, basso e centrale con un piano unico in marmo bardiglio, ma soprattutto del gigantesco Giro". Noi abbiamo sempre mangiato all'esterno anche quando le temperature erano piuttosto basse, abbiamo preferito mangiare in veranda perché é un piacere ormai raro da provare a Roma, quello di mangiare in un ristorante che non abbia i tavolini esterni sul ciglio della strada ma in un vero e proprio giardino. Lo spazio esterno è molto grande con circa 200 coperti e ricorda proprio i giardinetti dove andavamo a giocare da bambini o quelli che ora si trovano solo in certi paesini: le sedie colorate, l'orto dove crescono le insalate e le erbe aromatiche, l'area giochi per i più piccoli. Aria di domenica, di giorno di festa, di pausa, di riposo. Questo clima domenicale é possibile anche grazie alla sceltà del menù. Dalle 9.00 di mattina in poi si può scelgliere di prendere solo un caffè e un cornetto (buonissimo!), oppure godere delle fantastiche colazioni geografiche: italiana, iberica, inglese o nord europea.  

La cucina é sempre aperta e anche se ti sei svegliato a mezzogiorno e vuoi fare colazione, qui puoi! Ovviamente non finisce con le colazioni l'offerta di Rosti: dal brunch, all'aperitivo, dalla pizza romana ai rosti di patate, dallo yougurt all'hamburger, tutto quello che mangiate è di qualità: prodotti coltivati direttamente nell'orto del locale o acquistati da piccoli produttori di fiducia (noi abbiamo visto personalmente arrivare delle cassette dell'Agriturismo Iacchelli di Velletri). 
Note dolenti -perchè se non ci fossero non sarebbe reale-:
  • il servizio! Che noia dire questa cosa, mi fa sempre un po' "rosicare"quando c'è un posto che mi colpisce, mi piace, mangio bene ma il servizio mi toglie un po' quell'incanto che si era creato. Non ho grandi pretese, mi piacerebbe solo che almeno uno dei camerieri conosca i piatti presenti nel menù, senza dover andare a chiedere allo chef, soprattutto quando stiamo parlando di un'insalata!



  • differenze di quantità di cibo nei piatti da un giorno all'altro. Ho visto nel giro di pochi giorni ridursi non di poco la quantità di cibo nel piatto della colazione inglese, spero sia stato un caso eccezionale. 


Rosti

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